I KILL GIANTS – LA RECENSIONE

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“Nessuna delle due storie spiega perché affondò la nave e nessun o può dimostrare quale delle due storie sia vera, ma in entrambe la nave è affondata, la mia famiglia è morta e io ho sofferto. La domanda è: quale storia preferisci?”

Rimango sempre incantato di fronte alla forza e all’onestà delle parole pronunciate da Suraj Sharma nei panni di Piscine Molitor Patel detto Pi, nel film che racconta la sua vita. Quale storia preferisco? Personalmente, entrambe. Perché niente toglie il fiato come l’avvicinarsi lentamente al punto esatto in cui ogni singolo fotogramma visto fino a quel momento si tinge di colori nuovi, di un significato impensabile e nulla può tornare ad essere come prima. È il momento in cui di solito si spalanca la bocca e si pronunciano frasi tipo: “no, spettacolo!” o “non ci credo, pazzesco”. È stato così per Vita di Pi, Shutter Island, Fight Club. È così per I kill Giants, pellicola diretta da Anders Walter e prodotta da persone tipo quello che ha prodotto Harry Potter o l’altro, quello che ha scritto i Gremlins. Per dire. Gente di cui vi potete fidare insomma, e qui potete consultarne l’elenco completo.

Cosa c’entra Vita di Pi con un film tratto dall’omonimo fumetto scritto da Joe Kelly e disegnato da J. M. Ken Niimura e disponibile su Netflix?  La solitudine, tanto per cominciare.  Piscine Molitor Patel detto Pi, ha affrontato la solitudine galleggiando in mezzo all’oceano. Madison Wolfe, nelle ruolo di Barbara Thorson, ragazzina intelligente e cinica e per questo presa di mira da bulli ipertiroidei, affronta la solitudine di chi non ha amici in un paese che ricorda Goon Docks. È una Goonie, Barbara Thompson. Solo che questa volta non ci sono amici pronti alla danza del ventre o a mettere in mostra le proprie discutibili competenze in spagnolo, non ci sono tesori nascosti o baci rubati sul fondo del pozzo dei desideri. Qui ci sono solo case, l’oceano, il bosco. E i giganti. Ed è proprio in questo scenario che il regista riesce in poche inquadrature a catturare l’essenza della solitudine, tanto profonda quanto vaste sono le ambientazioni che circondano le avventure di Barbara mentre prepara trappole e amuleti per tenere tutti al sicuro dall’arrivo dei Giganti.

Zoe Saldana si accorgerà presto che guardare la galassia non è un compito delicato come fare la psicologa in quella scuola dove Barbara scivola ignorata indossando le sue orecchie da coniglio, o cercare di portare alla luce e comprendere il suo profondo dolore

 

I kill Giants è un viaggio condotto magistralmente verso la crescente curiosità di capire cosa stia succedendo e perché. Insieme alle risposte arriveranno le lacrime, quelle vere. Perché arrivano al momento giusto e se non lo fanno, forse i Giganti siete voi. Quando arriverete a quel momento in cui ogni singolo fotogramma visto fino a quel momento si tingerà di colori nuovi, di un significato impensabile e nulla potrà tornare ad essere come prima, fermatevi un secondo. Voltatevi indietro. Mettete da parte i momenti in cui avete provato quasi fastidio per il modo in cui Barbara si comportava e chiedetevi: quale storia preferisco?

Se non avete mai letto il fumetto ecco a voi dove trovarlo.

Voto: 5 Giganti su 5

Alessandro

happywheels
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