300 (sospiri) e qualche valida ragione per andare a vedere un brutto film.

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La scena è più o meno sempre la stessa: “Amore andiamo al cinema stasera?” – “Si può fare, cosa volevi vedere?” – “Mah, ci sarebbe il nuovo film di Ozpetek con Francesco Arca, “Allacciate le cinture”… se no anche quello con De Luigi e la Casta, “Una donna per Amica”…”

Poi arrivate al Multiplex e lui inspiegabilmente riesce a trascinarvi a vedere un film da uomo.300-Rise-of-an-Empire

Sapete, quei film lì, che noi donne accettiamo di vedere solo per compiacere il nostro Lui, che poverino ci tiene così tanto… e anche un po’ per dimostrargli che noi siamo diverse, siamo delle dure, delle tipe tostissime. Ecco, immagino già  tra di voi decine di poverine che si sono sparate i vari “Fast & Furious” 1 -6, “Spiderman”, “Batman”, “Iron Man” 1-3, “Wolverine”, “Thor”, “Die Hard”, “Capitan America”, “Pain & Gain”, e chi più ne ha più ne metta.

Ma stavolta no. Stavolta vi ricrederete. “300 – L’Alba di un Impero” è un film da donne. Ragazze ve lo giuro.

Punto primo: è semplice. Capire chi combatte contro chi e per quali ragioni sarà un gioco da ragazzi. Gli Spartani sono quelli in rosso, gli Ateniesi sono quelli mezzi nudi col mantello blu, i nemici sono quelli brutti e pelosi. I persiani sono tutti in nero, barbuti e sporchi. Non vi servirà sapere altro. Nessuna machiavellica strategia, nessuna complicatissima arma segreta, nessun nome in codice da memorizzare, nessuna gerarchia militare da comprendere. Nulla. Solo uomini sudati, navi, scudi e spade. Una passeggiata anche per le più aliene al mondo War.

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Punto secondo: non vi addormenterete uccise dalla noia o dalla difficoltà di capire cosa sta succedendo davanti ai vostri occhi inesperti. Sarete invece decisamente coinvolte dall’apoteosi di fisicità maschia che vi si parerà davanti… ininterrottamente, per 103 lunghissimi minuti di full immersion nel Festival del Fitness. Ragazze ce n’è davvero per tutti i gusti: biondi e mori, irsuti e glabri, pettorali a non finire, tricipiti, addominali, schiene sudate, polpacci torniti, quadricipiti in trazione, teste bagnate di acqua salata, sudore e sangue. E’ la guerra… trapiantata direttamente dalla sala pesi della vostra palestra alla Magna Grecia. Ecco, poi se mi siete un attimo in astinenza magari non è esattamente un film appropriato, ma ne uscirete comunque felici e soddisfatte.

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Punto terzo: finalmente un po’ di uomini veri. Maschi pronti a morire, giovani impavidi che a 18 anni si buttano nella mischia, mezzi nudi ma armati di scudi, spade e coraggio – contadini e poeti che, all’occorrenza, si trasformano in prodi guerrieri per difendere le loro donne, le loro terre e la loro libertà. Gli spartani e gli ateniesi non piangono: uccidono senza pietà. E per una sera anche voi non piangerete davanti allo schermo. Se non mi credete, all’uscita guardate le facce di quelle che escono dal film di Ozpetek.

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Infine il lato fashion: in tutto il film, a parte le poverine stuprate, malmenate e sgozzate dai Persiani, ci sono solo altre due donne. La spietata Artemisia e Gorgo, regina di Sparta e vedova del prode Leonida. Trattasi delle bellissime Eva Green e Lena Headey (si, quella di Games of Thrones). Vi segnalo soprattutto gli outfits di Artemisia, svariati dark & total leather look, con un bellissimo make up tutto da copiare. Anzi, a tal proposito, fateci sapere se esce qualche buon tutorial su youtube per realizzare lo smokey eye. Per Lena invece hanno optato per un trucco più nude look, del resto era una spartana, ma per la stagione summer potete sempre copiare il peplo-pareo da sfoggiare negli aperitivi in spiaggia e il capello lunghissimo e mosso, molto natural chic.

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Se ancora siete in fase disperazione perché il vostro lui non demorde e non vuole assolutamente perdersi questo capolavoro, vi consiglio di andare a googlare questi tre signori: Sullivan Stapleton (Temistocle, se gradite l’uomo moro con gli occhi chiari); Hans Matheson (Eschilo, per le amanti del capello lungo e del maschio barbuto e un po’ maledetto) e Andrew Pleavin (per le maniache dell’homo rasato e palestratissimo).

Ora, non credo che l’obiettivo della regia fosse quello di creare un prodotto lustra-pupille per la platea femminile (e omosessuale)… ma Signori, questo è quello che in effetti hanno fatto. All’uscita dalla sala ho potuto personalmente misurarmi con gli sguardi delusi degli ometti, e soprattutto con la loro aria scoraggiata e colpevole. Un po’ come quella che abbiamo noi quando la 44 non ci entra più o quando, in preda ad un attacco masochista, sfogliamo Vanity Fair costringendoci a misurarci con cosce magrissime e glutei piccoli e sodi.

Andateci pure a vedere 300… così, almeno per questa volta, accontenterete il Vostro Lui e allo stesso tempo potrete togliervi la soddisfazione di dirgli: “Amore, te l’avevo detto che era meglio il film con De Luigi…”

A presto carissimi!

 

La Lau

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