Shameless -tempo di saluti-

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Domenica notte è stato trasmesso il finale di serie di Shameless, episodio che ha sancito la fine di un’era durata oltre una decade. Abbiamo quindi dovuto salutare la famiglia più svergognata della tv. La serie si è chiusa con un’intera stagione altamente attuale che ha permesso una maggiore immedesimazione con i personaggi i quali, come noi, si sono trovati a dover fronteggiare la pandemia di Covid e tutte le conseguenze che ad essa son succedute. Sin dai primi episodi si è intuito dove la serie sarebbe poi andata a parare e fin da subito son stati più numerosi i momenti in grado di cavarci delle lacrime rispetto a quelli in grado di strapparci delle risate. 

Per mezzo delle 11 stagioni siamo stati in grado di seguire l’evoluzione di questa disfunzionale famiglia di Chicago, vedendo l’arrancare delle loro esistenze nel mondo, sempre in bilico tra ciò che fosse o non fosse moralmente e socialmente accettabile. Abbiamo potuto osservare la crescita fisica e comportamentale dei singoli membri, sia che essi siano progrediti in senso positivo che in senso negativo. Ne abbiamo condiviso, discusso, accettato e criticato le scelte. Abbiamo riso delle assurde circostanze e ci siamo commossi dei drammatici risvolti. Shameless non è mai stata una serie ottimista e sarebbe stata ipocrita se lo fosse stata al momento di salutarci per questo motivo il finale, che tanto ha scisso il pubblico, è per me il più appropriato e coerente che potesse avere. Durante l’intera stagione ci vengono forniti indizi che ci mostrano come le vite dei personaggi siano destinate ad una svolta e ad un nuovo inizio che coincide con la chiusura dei rispettivi passati, concretizzata dalla vendita della casa. Salvo poi, nell’ultimo episodio, veder tutti questi piani andare in fumo e vedere dei personaggi ancora del tutto in balia degli eventi, ancora nel bel mezzo di una vita caotica del tutto fuori dal loro controllo. Ci troviamo dinnanzi ad un finale che di fatto di conclusivo non ha nulla, ma sarebbe stato incoerente il contrario. Come poteva una famiglia tanto disastrata improvvisamente arrivare ad un lieto fine? Arrivare alla risoluzione dei drammi che la affliggono da chissà quante generazioni? In realtà non è nemmeno precluso il fatto che ci sia un lieto fine, semplicemente non ci è dato sapere, tutto è ancora da scrivere. Ci vengono forniti spunti su dove le varie esistenze possano andare, ma possiamo stare certi che essendo Gallagher sicuro nel mezzo ci saranno ostacoli da valicare.

L’unica reale chiusura è quella che vede come protagonista il cuore della serie, Frank. L’alcolizzato, narcisista, tossico, eccentrico ed assente capo famiglia, dopo essere sopravvissuto praticamente a qualunque cosa, non riesce a scamparla al male attuale: il covid. Inizialmente tale escamotage non mi aveva entusiasmato, ma ad una settimana di distanza mi rendo conto dell’effettiva potenza della scelta: sono stati così in grado di mostrare ad un pubblico estremamente vasto come nessuno sia al sicuro nella situazione nella quale ci troviamo. Vediamo così l’amato e detestato padre lasciare questo mondo totalmente solo, preda della demenza, in abiti logori e sudici, lontano dalla famiglia intenta a festeggiare. Mentre Frank ascende ironicamente al cielo sul suo consumato sgabello dell’Alibi con una birra alla mano, la serie si chiude nel medesimo modo in cui si era aperta: un’auto brucia ed i Gallagher fanno ciò che meglio gli riesce ovvero baldoria, mentre le parole del padre snocciolano il suo critico pensiero sulla sua famiglia. E se nel primo episodio c’era più affetto nelle sue parole, nell’ultimo, nella lettura della lettera che i figli non saranno mai destinati a leggere, Frank vomita tutto il suo egoismo, arrivando a non provare il men che minimo rimorso per ciò che non ha saputo offrire, ma anzi ammirandosi per aver saputo godersi ogni istante di vita, mentre sminuisce ad uno ad uno i suoi figli. Figli che in assenza di stabili figure genitoriali hanno dovuto sapersi adattare e arrangiare in una città che non pareva propensa ad accoglierli.

Quasi tutti i personaggi, nonostante le limitazioni fornite dalle circostanze, hanno avuto uno sviluppo positivo, hanno saputo trovare la propria stabilità: abbiamo quindi Carl che, dopo un’infanzia di eccessi e ribellioni, si converte a paladino del South side e pare destinato a acquistare l’Alibi, c’è poi Lip, personaggio le cui capacità risultano essere le più sprecate, fatto tristemente reale, che nonostante sia ancora alla ricerca della sua strada ha costruito una famiglia. Ian progetta con il disadattato Mickey un nucleo famigliare tutto suo, Liam, complice forse il fatto di essere stato cresciuto più con Fiona e Lip che con Frank e Monica, risulta essere il più dolce e paziente della famiglia che ancora si preoccupa per le sorti di Frank. Infine Debbie più di tutti subisce invece un processo di involuzione, sviluppando un forte timore dell’abbandono che la porta ad autosabotarsi e a cristallizzarsi in una situazione non perpetuabile e, perciò, nella assidua ricerca del caos e della compagnia finirà forse per trasferirsi in Texas con la folle nuova fiamma e con Franny. Molti avevano desiderato un ritorno di Fiona, evento che era stato ipotizzato, ma che il Covid non ha reso concretamente possibile ed ironicamente al contempo ne resa più verosimile l’assenza.

Il finale gioca molto sulle emozioni dello spettatore destinato ad essere brutalmente escluso dall’evoluzione delle vite di personaggi che ha tanto amato, quasi come se venisse malamente allontanato come era solito avvenire nei recap settimanali. Sulle parole finali di Frank è difficile, nonostante l’egoismo di fondo, non lasciarsi andare a fiumi di lacrime con la consapevolezza che non ci sarà più modo di ridere con i Gallagher e di abbandonare la nostra morale con i loro panni sporchi.

Sicuramente si è trattata di una serie con alti e bassi, ma è altrettanto certo che sentiremo la mancanza delle folli avventure di questo mucchio di emarginati e se proprio non volessimo trarre spunto dalle parole di Frank, possiamo sempre farlo dai ringraziamenti di William H. Macy ai fan, il quale, dopo averci donato un’interpretazione magistrale, ha scritto una dolce lettera che si chiude con la seguente richiesta: 

“And if I may make one small request, please stay completely, bravely and unapologetically, shameless.”

Camilla.

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