New Girl -Un doveroso Addio-

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Negli anni le sitcom a cui si è dovuto dire addio sono state parecchie e gli addii sono stati più o meno dolorosi; nonostante non appartenga alla generazione di Friends, posso pensare che all’epoca sia stato un colpo al cuore dover salutare la compagnia più famigerata della televisione. Così come lo è stato con Ted ed i suoi bizzarri amici. Questa volta è stato però il turno di New Girl: il loft più famoso della televisione ha chiuso i battenti dopo sette stagioni, con un’ultima stagione breve, visibilmente stanca, ma necessaria per dare una chiusura a tutte le storylines

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Facendo un rapido punto della situazione le cose che ci mancheranno di New Girl sono parecchie:

  • Le bizzarre camicie di Winston che, finalmente all’alba della settima stagione, supera il suo strambo daltonismo rendendosi conto degli abomini stilistici  commessi negli anni;
  • La metrosessualità del donnaiolo Schmidt ed il Douchebag Jar;
  • La sfilata della vergogna di Cece e Jess;
  • Americano Vero e l’irrefrenabile voglia di trovare delle regole sufficienti per giocarvici (un sito a tal proposito esiste: www.trueamericanrules.com);
  • Il loft;
  • Il pessimismo cosmico di Nick e la comicità che ne deriva;
  • L’atteggiamento caricaturale rasentante l’assurdo di Schmidt;
  • Winston e la sua ossessione per Ferguson;
  • Le bevute al Griffin Bar (sul cui set ho avuto la fortuna di trovarmi)

Ironia della sorte per quanto mi riguarda una delle cose di cui non sentirò la mancanza sarà la protagonista Jess e ciò dimostra un altro punto di forza della serie; ovvero creare personaggi corali in grado di mantenere l’attenzione e l’approvazione del pubblico al pari del suo personaggio chiave. Altra cosa di cui di certo non sentiremo la mancanza è il doppiaggio di Nick, la cui voce impastata conferisce un’ulteriore ragione per guardar le serie in lingua originale.

New Girl è stata per anni una delle serie più divertenti in circolazione, in grado di strappare delle sguaiate risate, ma al tempo stesso, in diverse situazioni, persino di emozionare. Ha avuto momenti talmente bizzarri ed assurdi che risulterà di certo difficile dimenticarseli, basti pensare al Cameo di Prince, il cui ricordo è stato riesumato anche nel corso di quest’ultima stagione, o ai numerosi scherzi di Winston, ancora più irragionevoli e sconclusionati dal momento in cui si è unito alle forze dell’ordine.
L’ultima stagione come dicevo si è dimostrata la più debole delle sette, anche semplicemente perché dopo anni mantenere alto il livello dell’umorismo senza evolversi troppo, risulta logicamente parecchio difficile, ma ciò non toglie che una conclusione fosse necessaria e, benché si percepisca lo scemare della fantasia degli sceneggiatori, si apprezza l’onestà nel non aver voluto allungare il brodo per più di 8 episodi, non andando quindi a diluire ulteriormente una trama di per sé ormai conclusa. Altra scelta coraggiosa ed ancor più connessa alla parola “fine” è stata la decisione di abbandonare il loft, permettendo quindi ai personaggi ed agli spettatori di chiudere per sempre il capitolo “New Girl”, senza troppi rammarichi e rimpianti.

In questi episodi sono però anche state introdotte nuove dinamiche apprezzabili che hanno saputo farci ricordare con malinconia i tempi d’oro della serie, in primis il rapporto tra Schimdt e la figlia Ruth, grazie al quale abbiamo potuto assistere alla chiusura dell’evoluzione del personaggio. Ma anche la nuova Cece presentataci nella prima stagione come un personaggio saltuario e del tutto secondario, essa ha saputo acquisire sempre più importanza nel susseguirsi delle stagioni sino a garantirsi un ruolo chiave nelle ultime. Nick stesso, forse il soggetto che si è meno evoluto, ma che comunque è riuscito a trovare una propria stabilità nell’unione con l’infantile e stordita Jess.
Ogni addio porta con sé un po’ di tristezza, ma la chiusura di tutti i cerchi addizionata al fatto che sia difficile non notare la stanchezza sia dei personaggi sia delle loro battute, hanno fatto in modo che il finale risultasse necessario, potendolo accettare con meno difficoltà.
Anche se, è inutile negarlo, non avere più qualcuno che urla del tutto insensatamente “parkour”, smorzando i discorsi, sarà difficile da accettare.

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In onore del loft, in onore di questi lunghi anni in compagnia di una bambina mai crescita, un pigro pessimista, un daltonico e imbranato poliziotto ed un egocentrico ex-obeso ebreo ed in onore delle risate che sono stati in grado di strapparci, noi di Era Meglio Il Trailer una partita ad Americano Vero la faremmo più che volentieri e voi?

Camilla.

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