“Passengers” e la metafora su: “non ti farei nemmeno se fossi l’ultimo uomo sulla terra”

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La situazione é più o meno questa: viaggio interstellare di 130 anni per raggiungere la nuova “terra”, per un malfunzionamento ti svegli 90 anni prima dell’atterraggio e sei la sola persona di 5000 passeggeri a essere sveglio. Impossibilitato a tornare al tuo lungo sonno cosa fai? Semplice, ti scegli la più bella gnocca che c’è e la svegli, sapendo in cuor tuo, che non avendo scelta lei si innamorerà di te, perché diciamoci la verità, la frase “non ti scoperei nemmeno se fossi l’ultimo uomo sulla terra” non funziona se effettivamente sei davvero l’ultimo uomo sulla terra o in questo caso su una astronave. Ponciponcipopopo ti piace vincere facile. 

Questo é più o meno quello che succede a Chris Pratt e Jennifer Lawrence nel film Passengers, uscito nelle nostre sale il 30 dicembre 2016. 

Personalmente l’ho trovato piacevole anche se, diciamoci la verità, 116 minuti di film solo con loro due che per la maggior parte della trama mangiano, bevono, giocano e fanno sesso può dare dei vuoti di attenzione non da poco. Grazie a dio verso l’ultimo parte del film le cose si scuotono e qualcosa succede. 

Plauso assoluto al barman androide interpretato da Michael Sheen che ha come unica missione di vita darti da bere e sollazzarti con chiacchiere da “barman”. 

Ho letto altre recensioni di persone molto più erudite del sottoscritto, che Intavolano una discussione di come l’uomo (Pratt) si sostituisca a dio e si comporti come un Dio scegliendo per se una donna (Lawrence) condannandola a morte certa senza farla arrivare alla “terra promessa”. Secondo me la questione non potrebbe essere più lontana da come sono realmente le cose. Il buon Chris prende la decisione di svegliare Jennifer dopo un intero anno da solo e l’immagine del resto della propria vita in solitudine e credo proprio che questo sentimento e la decisione che ne consegue siano le debolezze dell’essere umano. Noi siamo “animali sociali” fatti per condividere nel bene e nel male le nostre vite con altre persone. Questo tipo di esistenza non credo che sfiori nemmeno il pensiero di come possa vivere un Dio, poi magari mi sbaglio, per adesso io Dio non ho ancora avuto il piacere di conoscerlo. 

E con questo é tutto amici miei. Alla prossima. 
Carlo Marchetti. 

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