DUNE -Benvenuti sul cocente Arrakis-

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Dune è l’ultima opera di Denis Villeneuve presentata fuori concorso al Festival del cinema di Venezia. Si tratta di una pellicola che da anni faceva parlare di sé e che aveva generato un’attesa incalcolabile proponendosi come un kolossal dei giorni nostri ed andando a sfidare il lavoro del visionario Lynch.  

Sin dal momento dell’apparizione del titolo sul grande schermo affiancato da parte uno, ci si rende conto che ciò che si sta per visionare non è altro che l’inizio di un lungo viaggio. Il regista ha scelto infatti di andare a suddividere il corposo materiale a disposizione in diversi film, in tal modo va dunque a sopperire a quello che fu “l’errore” del suo predecessore. Villeneuve si prende così i suoi tempi ed evita di mettere troppa carne al fuoco, rendendo quindi più semplice e lineare la storia stessa. 

La trama di questo primo film non è altro che un’accurata introduzione al vastissimo universo di Herbert; lo spettatore si trova quindi catapultato nel mondo di Paul Atreides (Timothèe Chalamet), figlio del Duca Leto (Oscar Isaac) e di Lady Jessica (Rebecca Ferguson). Il giovane si trova a dover fronteggiare sia i dubbi sulla propria identità e sul proprio ruolo sia il trasferimento per ragioni politiche sul pianeta Arrakis, le dune del titolo. Pianeta tra i cui granelli di sabbia si cela una preziosa spezia bramata dall’intera galassia. 

La pellicola scorre lentamente davanti agli occhi del pubblico mostrando una raffinata ricerca di qualità in ogni singola scena, Villeneuve dopo averci donato opere come Arrival e Blade Runner 2049, con la collaborazione di Greig Fraser alla fotografia, intesse un film visivamente maestoso, sempre elegante e mai banale nella messa in scena. Proprio questa lentezza è forse l’unica pecca del film laddove non lo si consideri come parte di un progetto più ampio. Una vera e propria valutazione potrà infatti essere tratta solo dopo il rilascio della (o delle) parte successiva. Quello che si può valutare per ora è l’eccellente scelta del cast a partire dal protagonista Chalamet, il quale si riconferma uno dei migliori attori della sua generazione, regalandoci un’autentica ed introspettiva immagine di Paul, passando poi per Oscar Isaac, Rebecca Ferguson e persino Jason Momoa nel ruolo di Duncan. Per quanto riguarda Zendaya, il suo personaggio non ha ancora avuto modo di poter essere sviscerato ed analizzato, quello che si è potuto desumere per ora sarà solo la rilevanza che avrà nel corso della seconda parte della storia, ad ora la si ritrova principalmente nelle fugaci visioni di Paul.

Ottima anche la scelta di Hans Zimmer per la colonna sonora; le musiche rimbombano infatti a lungo nelle orecchie dello spettatore anche dopo l’uscita dalla sala.

Dune è un film davanti a cui non si può comunque restare indifferenti nonostante per ora non abbia ancora raggiunto il suo vero potenziale, ma sia solo un’anticamera della storia ormai pronta ad esplodere. Non lo si può essere, perché anche solo intessendo le prime reti della trama ha già fornito diversi spunti di riflessione parecchio attuali: dall’abuso delle risorse, all’imposizione di domini su terre straniere, passando per il guazzabuglio di intrighi e mosse politiche. Non si può neanche restare indifferenti al suo incredibile fascino visivo, alla sua impeccabile capacità di catapultarci nei deserti di Arrakis, facendone percepire l’asfissiante calura e facendoci quasi sentire la sabbia scivolarci tra i polpastrelli delle dita. 

Si tratta di un’opera che va senza dubbio alcuno vista in sala, ovunque altro sarebbe uno spreco, chiunque dovrebbe darle una chance, nonostante, benché le premesse facessero presagire diversamente, non sarà di certo un blockbuster: non tutti infatti sapranno apprezzarne la calibrata stesura o sapranno pazientare per vedere il quadro d’insieme, ma come sempre il consiglio è di vedere il film senza lasciarsi influenzare dai giudizi altrui. 

Camilla.

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