La verità è che siamo idiote abbastanza

Home / MOVIES / La verità è che siamo idiote abbastanza

Donne di tutto il mondo, udite udite. Questo articolo potrebbe cambiarvi la vita o salvarvi da tumultuose ed infinite valli di lacrime.

Poco fa mi sono riguardata (per l’ennesima volta, e giuro che ora ho capito la lezione) il celebre film “la verità è che non gli piaci abbastanza”, un film che analizza in modo superficiale ma efficace il rapporto “uomo stronzo – donna rincoglionita dall’amore”.

Questa comedy-romance datata 2009 è basta sul libro di auto-aiuto ”He’s Just Not That Into You”, scritto dal comico e autore televisivo Greg Behrendt e dalla scrittrice e attrice Liz Tuccillo, entrambi sceneggiatori per la serie tv di culto Sex and the City. Il cast è parecchio affollato e per citare qualcuno dei nomi più conosciuti, ci troviamo Jennifer Aniston, Ben Affleck, Drew Barrymore, Bradley Cooper, Scarlett Joansson and much more…

Per le poche (pochissime sicuramente) di voi che non hanno visto il film la trama è la seguente:

Nove persone che vivono nella città di Baltimora si trovano ad affrontare quotidianamente i loro rispettivi problemi di cuore, di solito ostacolati da ideali differenti o da desideri non condivisi dal proprio partner. Al centro di questa bagarre romantica c’è Gigi (Ginnifer Goodwin), una giovane donna che ha la capacità di interpreta in maniera errata e sistematica il comportamento dei suoi partner. L’ultimo uomo che frequenza, l’agente immobiliare Conor (Kevin Connolly), non è da meno e finisce per aggiungersi alla lunga lista dei suoi fallimenti amorosi. Stanca di questo trend amoroso al negativo Gigi decide di prendere in mano la situazione tentando di riconquistare Conor, ma sulla sua strada incrocerà il migliore amico di quest’ultimo Alex (Justin Long), che diventerà per lei una sorta di “consulente” sul mondo maschile e i suoi misteri.

Non vi spoilero il finale, ma vi dico solo che sputtanerà tutto ciò che ha tentato di insegnarci nei 128 minuti precedenti, ributtando le più credulone di noi in un tunnel fatto di amori non corrisposti e inutili speranze.

Tranquille donne, vi avevo detto che vi avrei salvato, e così farò.

foto 1

 

Questa frase avrebbero dovuto metterla come undicesimo comandamento, o perlomeno a caratteri cubitali e a pagine alterne sul nostro caro adorato “Cioè” (a proposito, lo vendono ancora?).

Dobbiamo smetterla (anzi, dovete, perché io grazie al cielo ho smesso da tempo) di pensare che se un uomo non vi cerca, non vi chiama, non si fa vedere, sta usando una tattica di accoppiamento proveniente dall’antica civiltà assiro babilonese che imponeva al maschio alfa di non considerare la donna prescelta.

IPOTESI NUMERO 1: Basta con le scuse del tipo “non mi ha chiamato, ma si, poverino tra lavoro, calcetto e amici non avrà avuto tempo”.

Facciamo insieme un piccolo esperimento: prendete un cronometro, prendete il vostro telefono, scegliete il sistema di messaggistica istantanea che più vi aggrada, provate a scrivere la seguente frase “Ciao, come stai? Hai impegni per stasera?” .

Quanto ci avete messo? Io 10’’. Ma cerchiamo di essere comprensive, magari non tutti sono delle schegge con la tastiera touch o con i tastierini degli smartphone all’ultimo grido. Facciamo una media di 20’’? 30’’ per essere buone e comprensive? Okei dai chiudiamola a 50’’ e poi non dite che non sono buona.

Posto che, una giornata è composta da 24 ore, 1440 minuti e 86400 secondi (e qua mi spiace care ragazze, ma non si può trovare nessuna scusa), vi sembra una cosa anche solo lontanamente comprensibile pensare che su questi 86400’’ il vostro pseudo uomo non riesca a trovarne nemmeno 50 per voi? Ai posteri l’ardua sentenza.

 

IPOTESI NUMERO 2: la relazione bunker

Il vostro lui si fa sentire quanto basta, si fa vedere quanto basta. La vostra è la classica “relazione bunker” dove non si esce mai da una macchina, da una camera d’albergo o da una normalissima camera da letto. Voi siete contente? A voi basta? Se l’interesse che provate per lui va al di là del primordiale istinto di accoppiamento fine a se stesso, no che non vi basta. A lui invece si. O più che altro alla sua fedele “arma da fuoco” basta eccome.

E noi donne, inguaribili romantiche, cosa ci raccontiamo in questo caso? Il pensiero più comune è: “com’è dolce, vuol passare del tempo solo ed esclusivamente con me”. Cazzata, cazzata immensa. Vi propongo un altro interessante esperimento a riguardo; provate a proporgli di uscire a bere qualcosa, di andare al cinema o, se siete davvero coraggiose, di conoscere i vostri amici. A confronto, le celebri sparizioni dell’illusionista più famoso di tutti i tempi, mister Houdini, sembreranno dei trucchi che facevamo con il gioco in scatola “il piccolo mago”

 

foto 2

IPOTESI NUMERO 3: I “se” e i “ma” portano l’uomo a non prendere decisioni.

Se siete incappate nell’eterno indeciso, lasciatemi dire che siete proprio delle sfigate. Ma capita, più spesso di quanto crediate. La situazione tipo è questa: vi cerca e si fa soprattutto cercare, si fa corteggiare al limite del narcisismo più smodato, sparisce per settimane e poi si fa vedere e magari vi porta anche a cena fuori. Voi, nonostante viviate dei classici “contentini”,  siete al settimo cielo, convinte che manchi sempre pochissimo al raggiungimento del vostro obiettivo finale. Portate pazienza, tanta tanta pazienza, siete in lista per la beatificazione, ma più che sante, siete martiri. Passano i giorni, le settimane, i mesi…e si ripete sempre lo stesso copione. Certo, ogni persona ha i suoi ritmi e ha le sue situazioni da gestire, ma se questo status perdura più di una gravidanza, fatevi delle domande. Gli piacete, ma non abbastanza. Siete carine, ma non abbastanza. Siete intelligenti, ma non abbastanza. Siete simpatiche, ma non abbastanza. Mi chiederete, abbastanza per cosa? Abbastanza per riuscire a fargli prendere la fatidica decisione di prendervi e tenervi tutte per lui. Il cervello dell’uomo è molto più semplice da interpretare rispetto a quello di una donna. Se un uomo è sicuro di una cosa, se la prende. Se un uomo vuole una donna, non la lascia in un limbo in balia di possibili pretendenti.


Morale della favola: penso di avervi già smontato abbastanza durante tutto l’articolo, ma voglio darvi il colpo di grazia. Dopo tutto il mio bel discorso, vorrei che capiate che non sto dicendo che sia facile lasciar perdere lo stronzo di turno, ma essere consapevoli che il vostro interesse non è nemmeno lontanamente corrisposto è già un buon inizio. E chi ben inizia è già a metà dell’opera.

 

Valeriamneris

happywheels
Recommended Posts